Ingredienti: un pizzico di anarchia, un pizzico di pensiero laterale, nessun pregiudizio, tanta libertà, esperienza pratica e di studio.
I nostri corsi nascono dall’esperienza artistica e di ricerca della nostra tutor Valeria Pierini che, senza alcun ritegno spazia tra contesti, media e materie. ‘Per fare fotografia non basta la fotografia. La fotografia è uno Spazio sacro di conoscenza del mondo e di sé stessi, un grande strumento antropologico dove l’uomo conosce e ri-conosce se stesso, per questo la fotografia si occupa sempre, intrinsecamente, di qualcos’altro, perché il soggetto della sua indagine è ogni cosa che si può vedere attraverso l’obiettivo e si sa, gli occhi possono guardare tutto tranne che sé stessi.’ Questo mindset permette di abbandonare qualsiasi attaccamento a generi ed etichette, a cosa si può fare e a cosa no, a cosa è photography correct e cosa non lo è. Conditio sine qua non è comunque possedere la padronanza delle nozioni fondamentali delle materie, la fotografia per prima.
Un approccio curioso che permette una visione dall’alto, di trovare e connettere cose all’apparenza lontane ma che favoriscono una conoscenza e un’esperienza di ampio respiro, che si rivela fertile per la creatività dei corsisti. In questo modo l’uso, anche ibridato, della fotografia permette di indagare tematiche anche impensabili, con un concetto di originalità rinnovato e piegato al talento e all’attitudine dei corsisti.
Se la fotografia è un grande mezzo antropologico allora questo approccio trasversale e divergente si rivela vincente, non solo per la qualità e quantità delle conoscenze ma per le esperienze inedite che i corsisti vivono.
Nessuno vi dirà di dover adottare uno stile, un percorso autoriale specifico, o di diventare piccoli cloni, quanto piuttosto di scoprire e seguire la vostra zona di genio. Questo è il fondamento di ogni corso di formazione: assecondare il genio di ognuno per permettergli di praticare la propria fotografia in totale libertà, quanto più vicino al proprio modo di essere. Il genio, va nutrito perché non cade dal cielo: un viaggio iniziatico dove alla fine la fotografia diventa lo specchio di chi siamo, ed è qui che funziona.